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Tutte le volte che un atleta ha reso possibile l’impossibile

Tutte le volte che un atleta ha reso possibile l’impossibile - Nicola Drocco

In questo nuovo articolo ho deciso di raccontarti le vicende che hanno trasformato alcuni uomini in grandi atleti. La loro motivazione li ha spinti a fare ciò che sembrava impossibile e superare le proprie barriere.

#1 ROGER BANNISTER SUPERA I LIMITI DETTATI DALLA SCIENZA

Era il 6 maggio 1954 quando un atleta corre il miglio sotto la soglia dei 4 minuti. Questa è la storia di Sir. Roger Bannister. Prima della competizione tutta la comunità scientifica era d’accordo su un punto: la fisiologia di muscoli, ossa, cuore e della struttura fisica in generale non rendeva possibile compiere una corsa così veloce. E tutti ovviamente ci credevano, tant’è che il record precedente di 4’01″4 non era mai stato superato in nove anni. Ma Bannister studiava neurologia e sapeva che per riuscirci l’organo più importante era il cervello. Roger ci insegna principalmente che ciò che ci fan credere gli altri sulle nostre capacità, o su cosa sia possibile e cosa no, non sempre coincide con la verità assoluta.

Superare una credenza che ci limita non solo migliora la nostra vita, ma può generare nuove opportunità per centinaia di migliaia di altre persone.

#2 SALTO IN LUNGO: MIKE POWELL E CARL LEWIS

Tokio, 30 agosto 1991: fino a quel momento Mike Powell non era mai riuscito a battere Carl Lewis nel salto in lungo, e lo stesso Carl era imbattuto sulla specialità da una decina di anni. Il primo salto di Lewis fu di 8.68 m, record dei campionati all’epoca, mentre Powell si esibì in un salto da 8.54 m, sufficiente a garantirgli la seconda posizione. Lewis rispose con un 8,83 (suo record personale) e 8,91, che sarebbe stato il nuovo record del mondo se il vento non avesse spinto oltre i limiti per l’omologazione. A questo punto Powell era indietro di 37 cm e quando saltò di nuovo, riuscì a compiere un salto di 8 metri e 95 cm, superando così il primato di Bob Beamon che durava da 23 anni. Powel e Lewis quel giorno ci hanno insegnato che il limite è solo un muro immaginario. Tolto quello dalla nostra mente, possiamo produrre prestazioni al di là di ogni fantasia.

#3 LA DISABILITA’ SENZA BARRIERE

Ora parliamo della storia di Dick Hoyt. Forse questo nome non ti dice niente. Nel 1977 Dick percorreva per la prima volta 8 km di corsa. Il fatto straordinario è che non lo fece da solo ma spingendo la carrozzella di Rick, suo figlio tetraplegico, fino al traguardo. Per quegli 8 km suo figlio non si sentì un disabile, ma un atleta. Così, da quel giorno, il duo Hoyt partecipò a più di 1100 eventi sportivi, tra cui maratone, triathlon e sfide di endurance, concludendo ben 8 Ironman dove Dick nuotò con suo figlio per 4 km, pedalando con lui per altri 180 e correndo infine nella maratona conclusiva. Grazie all’amore, Dick ha reso possibile ciò che per suo figlio era impossibile insegnadoci che ciò che riempie il cuore ha il potere di far superare barriere inimmaginabili – in questo caso fisiche.

Nicola Drocco info@nicoladrocco.it
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