Affidarsi a un mental coach significa acquisire consapevolezza e motivazione. Ecco 4 miti da sfatare.
Un bravo mental coach ti aiuta a essere maggiormente consapevole delle tue capacità e trovare strade più efficaci per i tuoi obiettivi.
#1 Il mental coach ti fa il lavaggio del cervello.
Considerando che quando si lava qualcosa con il sapone lo si fa per ottenere un risultato migliore, pensare che il coach ti stravolgerà la vita è errato. Il primo lavoro che si fa con il cliente è quello di generare in lui consapevolezza di sé.
Il cambiamento può avvenire soltanto quando l’atleta si accorgerà che la strategia che ha utilizzano fino ad ora per raggiungere un determinato obiettivo non è efficace.
Il mio compito è aiutare la persona che ho di fronte a trovare nuove soluzioni e valutare quali sono quelle più utili rispetto allo scopo che intende perseguire.
#2 È un guru.
Per guru si intende una guida spirituale, un maestro di vita, una persona degna di venerazione, colui che impartisce la consacrazione al suo discepolo per permettergli di elevarsi.
Nella realtà, il mental coach ha il compito di accompagnare l’atleta per trovare una nuova via: non impartisce niente, perché non sarebbe vantaggioso.
Il mio lavoro è quello di rendere consapevole il cliente della poca efficacia delle sue azioni rispetto al risultato che vorrebbe ottenere e mostrargli strade più efficaci che potranno essere intraprese. L’unico atteggiamento che lega atleta e mental coach è, dunque, la fiducia reciproca, non la venerazione dell’uno verso l’altro.
#3 Ora che ho un mental coach il problema è risolto.
È come dire che, una volta assunto un personal trainer, hai migliorato la tua condizione senza esercitarti. Impossibile, vero?
Gli atleti che lavorano con me si danno da fare, e tanto.
Prendiamo come esempio una persona sportiva che nella fase precedente a una gara ha un eccessivo livello di agitazione e vede peggiorare, in tal modo, la propria performance. La sua è ormai una reazione automatica tanto che, per superarla, è necessario molto impegno. Per diventare l’atleta che desideri essere, diffida di chi ti propone facili soluzioni e affidati a un mental coach.
#4 È un motivatore.
Questo è il mito che mi piace di più. Mi ricorda quel meme in cui si vede la frase “Quello che faccio” paragonata a “Quello che gli altri pensano che io faccia” e in cui ci si immagina un trainer palestrato che urla: “Dai, ancora una!”. È vero che il termine motivazione deriva da movimento, ed il mental coach fa anche questo.
Facilita il movimento dell’atleta in modo che lui possa perseguire la strada verso i suoi obiettivi e individua le ragioni che lo spingono a farlo.
Ma, prima di tutto, il coach aiuta il cliente a incrementare la propria consapevolezza su quello che dice o quello che fa. Il mental coach deve comprendere quali atteggiamenti hanno bisogno di essere sostituiti con altri comportamenti che permettano di aumentare esponenzialmente le possibilità di vincere.